E’ il metodo elaborato dalla famosa puericultrice americana Tracy Hogg ne “
Il linguaggio segreto dei neonati”.
Il libro affronta i temi cruciali legati all’essere genitori e all’accudire al meglio il proprio bambino. Si discosta sia dal metodo rigido, che prevede uno schema troppo fisso ed inflessibile, secondo la Hogg, e proprio per questo inadatto alla naturale indole del bambino. Sia dal metodo morbido che tende ad assecondare qualsiasi richiesta del bimbo trasformandolo in un piccolo dittatore.
La sua proposta prevede innanzitutto di cominciare a conoscere il proprio bambino ascoltando il suo linguaggio e osservando i movimenti del suo corpo. Una volta capita la sua indole e le sue esigenze, i genitori dovranno stilare una scaletta flessibile e ben strutturata che comprende i momenti del cibo (Eating), del gioco (Activity), della nanna (Sleep) e del tempo libero per la mamma (You). Tale programma dovrà essere fissato secondo un ritmo che il bambino potrà seguire, questo permetterà anche al piccolo di sapere sempre cosa aspettarsi.
Tralasciamo il resto, che comunque invitiamo ad approfondire nel testo, e concentriamoci sull’argomento a noi più caro cioè la nanna: la Hogg dichiara di non amare le pratiche estreme e propone un approccio che lei stessa definisce “sonno ragionevole”. In sostanza suggerisce di abituare il bambino a dormire da solo nel proprio lettino senza però lasciarlo piangere ad oltranza e abbandonarlo al suo destino.
Una volta compreso con che tipo di bimbo avete a che fare, cercate di creare una routine che lo accompagni nel momento della nanna. Ogni bambino ha le sue preferenze: c’è chi ama di più coccole extra prima di addormentarsi, c’è chi preferisce un storia o una canzoncina. Ad ogni modo cercate la giusta strategia per tranquillizzarlo e rassicurarlo e poi sistematelo nel lettino “..prima che raggiunga il momento dei sogni”.
Seguendo i consigli della Hogg imparerete a riconoscere i segnali di stanchezza che vostro figlio vi trasmette e capirete quando è il momento di intervenire e quando invece è più giusto lasciare che si assesti da solo. L’autrice consiglia di lasciare il bambino nel suo letto e di intervenire coccolandolo, rassicurandolo, accarezzandolo ogni qual volta cominci a piangere. L’importante è comunque non precipitarsi ad ogni minimo rumore per non creare una cattiva abitudine.
Il metodo E.A.S.Y. sembra essere un perfetto compromesso tra i due precedenti prendendo un po’ da entrambi gli approcci: l’autonomia della nanna e l’importanza dei rituali, nel primo caso; l’attenzione e l’apertura all’ascolto delle esigenze del bambino, nel secondo caso.